Lavoro in libera professione, ho intrapreso un percorso formativo, nel campo della riabilitazione perineale, presso varie strutture sul territorio nazionale; mi sono munita di materiale e strumentazioni per poter svolgere la riabilitazione perineale in maniera autonoma, presso strutture private.
Il mio lavoro consiste nell’eseguire manovre corporali endocavitarie, con fisiokinesiterapia, istruendo la paziente con esercizi di contrazioni fasiche e toniche ( i cosiddetti esercizi di kegel) con la respirazione corretta sinergica, per non compromettere la buona riuscita dell’esercizio stesso e provocare effetto contrario all’obiettivo che vogliamo raggiungere, di rafforzamento del perineo.
Poi mi avvalgo dell’aiuto di una macchina per la riabilitazione, facendo eseguire gli esercizi video-guidati, il cosiddetto Biofeedback, cioè la macchina propone diversi esercizi da eseguire con l’aiuto di una sonda vaginale che registra l’intensità della forza esercitata sulla stessa, per far capire alla donna, se sta facendo bene, il grafico proposto dalla macchina.
Dopo si passa all’elettrostimolazione funzionale, attraverso stimoli adatti alla zona perineale e personalizzati in base ai sintomi riferiti dalla donna, della durata di 20 minuti. Del tutto indolore e serve: a rinforzare, se il muscolo è ipotonico o siamo di fronte a incontinenza da sforzo, facendo aumentare la consistenza del muscolo e contestualmente un aumento della pressione di chiusura uretrale, la cui diminuzione può far perdere urine; a rilassare, se siamo di fronte ad ipertono che può essere patologico e provocare dolori più o meno importanti; a correggere l’impulso frenetico della vescica in caso di iperattività vescicale, cioè quelle minzioni che si presentano in maniera impellente e senza controllo che minano la qualità della vita. Naturalmente la donna è indirizzata da uno specialista ( urologo, ginecologo, fisiatra ecc.) dopo aver appurato che non ci sia dietro una patologia importante, che richiede un altro percorso.
Il tutto è completato da una esaustiva terapia comportamentale, fatta di educazione alimentare, con suggerimenti per combattere la stipsi per es., l’adeguata introduzione di liquidi bilanciati, correzione di posture scorrette: insegno alla donna come assumere una corretta postura durante le sue abituali azioni quotidiane, come sollevare pesi( la spesa, la legna, i panni da stendere, un bambino da prendere in braccio, vasi di fiori da spostare, ecc.) tutte azioni che svolgono normalmente ma senza l’accortezza di salvaguardare il perineo con un’adeguata chiusura; insegno loro come proteggere il perineo quando si tossisce, si starnutisce, ecc.; aiuto a capire come adottare la giusta postura defecatoria, la quale spesso viene sbagliata adottando posture scorrette, che sono all’origine di patologie retto-anali anche importanti ( emorroidi, stipsi espulsiva, ragadi, prolassi rettali, ecc.)
La riabilitazione perineale, aiuta a prendersi cura di quella zona importantissima , che si chiama pavimento pelvico, proprio perché sostiene degli organi importantissimi, vescica, vagina e utero, retto. Solo che se ne parla poco e si aspetta il sintomo che ci imbarazza ( perdite di urine e/o feci, prolasso della vescica, dell’utero e del retto, dolore vulvare, anale, recarsi in bagno spesso e di corsa, senza poter più trattenere le urine).
Chiaramente i risultati del trattamento dipendono dalla gravità dei sintomi, prima ci si rivolge a chi si occupa di riabilitazione del pavimento pelvico e meglio si scongiurano l’ingravescenza dei sintomi. Oltretutto eseguire alcune sedute di trattamento anche prima di sottoporsi ad un eventuale intervento, aumenta la percentuale di riuscita dell’intervento stesso.
Sempre più proctologi e ginecologi, consigliano la terapia riabilitativa prima e dopo l’intervento, proprio per far evitare quegli errori che la paziente fa se non istruita bene.
Riassumendo il trattamento riabilitativo del pavimento pelvico è consigliato per